CENTRO STUDI E DOCUMENTAZIONE DELLA CULTURA ARMENA

Una biblioteca, un archivio, uno spazio espositivo e una comunità internazionale aperta alla ricerca e alla sperimentazione transculturale.

Adriano Alpago Novello, Armen Manoukian, Haroutiun Kasangian e Herman Vahramian. Nelle iniziative di queste personalità vanno ricercati i primordi della storia del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena.  

Nel 1967 Alpago Novello, Manoukian e Kasangian raggiungono l’Armenia sovietica e grazie alla preziosa mediazione di Armen Zarian stipulano una collaborazione con l’Accademia delle Scienze di Erevan. Il gruppo di architetti e ingegneri docenti presso il Politecnico di Milano avvia un progetto di documentazione e studio del patrimonio architettonico medievale dell’Armenia storica. Durante i trent’anni a seguire, il gruppo di ricerca si allarga a collaboratori internazionali e interdisciplinari. Fotografi, storici dell’arte, epigrafisti, grafici e restauratori vengono coinvolti in progetti editoriali ed espositivi che riceveranno un larghissimo riconoscimento nel panorama scientifico internazionale, senza mai far venir meno l’impegno divulgativo sul territorio nazionale. Il materiale fotografico, bibliografico e documentario raccolto durante le missioni di studio in Armenia, Georgia, Turchia, Iran e Siria, costituisce un prezioso patrimonio per lo studio del paesaggio storico dell’Oriente cristiano. Nel 1992, all’indomani del restauro della Loggia del Temanza (1985-91), il Centro Studi viene trasferito dalla sua sede milanese, a Venezia, accogliendo con entusiasmo la sfida di stabilire un nuovo rapporto con la città lagunare, storicamente legata al popolo armeno.  

A partire dagli anni Settanta, attraverso la casa editrice OEMME, l’Istituto MUSICAM e la sezione dedicata al restauro del patrimonio architettonico, il Centro Studi ha curato e prodotto importanti progetti editoriali e musicali, riservandosi una posizione di alto profilo professionale nell’ambito delle produzioni culturali. Oggi, anche il Centro Studi è chiamato a rispondere alle sfide della transizione digitale: attraverso il coinvolgimento di sempre nuove collaborazioni, gli archivi fotografico, musicale e documentario si stanno adattando a nuove forme di fruizione e di valorizzazione che permettano a studiosi e curiosi nazionali e internazionali di accedere e partecipare al patrimonio del Centro Studi.